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T 80 UD  

autore: Giuseppe - IPMS #3177

Questo articolo è apparso sul numero 61/2010 della rivista  Mezzi Corazzati. Ringraziamo l’editore per aver acconsentito la pubblicazione

I CARRI RUSSI MODERNI MI HANNO SEMPRE AFFASCINATO. QUANDO HO DECISO DI REALIZZARE IL T80 UD, MODEL 1991, DI QUESTO CARRO HO TROVATO SOLO POCHE FOTO DEL N° 158, RIPRESO IN DIVERSI “DISPLAY” CON UN UNICA LIVREA A TRE TONI A BANDE IRRE­GOLARI IN VERDE SCURO, GRIGIO E NERO, MOLTO ACCATTIVANTE PERALTRO, CHE INDOSSERÀ, PER FORZA DI COSE, ANCHE IL NOSTRO MODELLO.

IL KIT DI PARTENZA E GLI ACCESSORI UTILIZZATI

Per realizzare questo modello, sono partito dal Kit del T80 UD della russa Zvezda, che altri non è se non il vecchio T80 U SMT 1989 della Dragon commercializzato anche sotto il marchio Revell. Per nulla malvagio, specie per l’epoca in cui uscì l’originale, ma certo non al livello dei Kit che ci troviamo per le mani oggi (anche se quelli che amano i mezzi moderni russi come me, lo con­sideravano, all’epoca della sua uscita, già una specie di “miracolo”) e pertanto bisognoso di diversi interventi per ricavarne un modello allo stato dell’arte. Il modello rimane comunque vali­do anche per coloro che, non volendo cimentarsi con lavori troppo impegnativi di superdettaglio, intendano realizzarlo da scatola (o quasi).

Le modifiche necessarie per ricavarne un Model 1991 sono ridotte essenzialmente all’autoco­struzione della sonda anemometrica (unica nel­la sua forma), che andrà a sostituire la classica sonda a “chiocciola” originale sul cielo della torretta, e alla modifica di alcuni altri particolari tipici dell’esemplare che volevo realizzare.

Come aftemarket commerciali ho utilizzato le ruo­te ed alcuni particolari di un vecchio (penso fosse­ro quindici anni che lo avevo in “magazzino”) set di upgrade della Azimut ADV per il T80, le fotoin­cisioni della Eduard dedicate al Kit della Zvezda, i cingoli della Master Club, tra i migliori cingoli in resina che io conosca per mezzi russi moderni, necessari in quanto quelli della scatola non rap­presentano correttamente i denti di guida a forma trapezoidale e cavi e, inoltre, risultano in generale meno dettagliati. Anche la canna del cannone da 125mm è stata sostituita, dato che quella del kit è troppo grossa (più vicina ad un 150mm abbon­dante), con una in metallo tornito e fotoincisioni della RB model che riproduce fedelmente il can­none D81 (2A46M) di questo carro, molto ben fatta e con un prezzo molto competitivo, anche se non facilissima da mettere insieme a causa delle fascette della camicia termica in fotoincisione, un tantinello ostiche da mettere in posizione. Oltre a questi set, di cui non sempre tutto è stato utilizza­to (specie delle fotoincisioni), sono stati impiegati vari particolari e pezzi prelevati qui a là da altri kit e set di conversione/upgrade in resina, in partico­lare della SP Model, una ditta Ucraina molto poco nota in Italia, specie ai non appassionati di “mo­dernariato” sovietico/russo e della Miniarm, altra ditta Russa specializzata in conversioni/upgrade per modelli in 1/35 di carri russi moderni e non. Infine diversi dettagli sono stati autocostruiti.

LA COSTRUZIONE DEL MODELLO

La costruzione, come al solito, è partita dallo scafo inferiore che presenta alcune significati­ve omissioni da correggere:

La più evidente è la totale assenza dei tipici ammortizzatori presenti sui bracci delle sospen­

sioni (sul 1°, 2° e 5° braccio), cui ho ovviato con l’autocostuzione di un master in plasticard, filo di rame e qualche bulloncino in resina (ristam­pati in proprio per risparmiare un po’) che poi ho provveduto a riprodurre in resina nel numero necessario, 6 in tutto, tre per parte. Un lavoro non facilissimo, ma appagante, anche se, come qualcuno mi ha fatto notare, con le gonne late­rali e le ruote, alla fine si sarebbe visto ben poco (ma, come ho gli ho risposto, “vuoi mettere sa­pere che ci sono?”). Poi ho sostituito il semplice perno dove andava inserita la ruota dentata (di per se buona) presente sullo scafo inferiore del Kit con una riduzione finale e ruote motrici della SP model, sicuramente più realistici ed adatti anche al montaggio dei cingoli maglia a maglia che saranno utilizzati. Ho anche autocostruito i raschia fango, seppure anch’essi sono” poi spariti” sotto le gonne laterali .

Quindi ho modificato e dettagliato il vomere anteriore, utilizzato su quasi tutti i Tank so­vietici/russi dal T64 in poi per creare fossi ed “autointerrarsi”, del quale ho “ridotto” i denti troppo lunghi, e sistemato la forma generale, aggiungendo anche qualche dettaglio come un gancetto a U in filo di rame, oltre a riprodurre il sistema di azionamento sotto la “pancia” del carro, molto schematico nel Kit originale. Infine ho aggiunto le file di tre bulloni accanto agli ultimi denti alle estremità laterali del vomere, omessi nel kit.

Alla piastra posteriore ho sostituito i supporti per il tipico tronco di legno, portato pratica­mente da tutti i carri sovietici/russi dal dopo­guerra ad oggi, modificando con plasticard e i soliti bulloncini in resina, quelli in fotoincisioni forniti dal set Eduard (da soli di forma errata), i supporti sotto lo scarico del motore e due ma­glie di cingolo in resina tratte dal set Azimut, migliori di quelle della scatola. Nella parte inferiore posteriore ho riprodotto, anche se sommariamente, alcuni portelli di ispezione/ drenaggio del vano motore, anche se si vedrà poco o nulla alla fine.

Infine ho montato le ruote del treno di rotola­mento, quelle esterne tratte dal set Azimut (le interne sono le originali del Kit) e i cingoli ma­glia a maglia in resina, da mettere insieme con estrema cautela in quanto assai fragili.

Passando alla parte superiore dello scafo ho eseguito una quantità di piccoli interventi, in sé non difficilissimi, ma diffusi, diretti a migliorare il dettaglio ed il realismo del modello.

Partendo dalla parte posteriore del carro, sta­volta (per par condicio), abbiamo innanzi tutto il cofano motore, tipico del UD, che da scatola si presenta già piuttosto buono. 

Il lavoro più impegnativo è stata l’autocostruzione della cu­pola del capocarro dotata di mitragliatrice NSVT a controllo remoto, essendo completamente errata quella della scatola. Il tutto è stato autocostruito sulla base dell’anello fornito dal­la zvezda con filo di rame e plasticard seguendo le foto repe­rite in rete o in libri, che costituiscono il mio archivio perso­nale. La mitragliatrice è in resina (Tank), come il portello del capocarro. In resina sono anche i contenitori ZIP posizionati sui fianchi della torretta e le cassette di munizioni (Miniarm, uguali a quelli usati sul T 64) per la MG.

Qui ho prov­veduto ad allargarne le fiancate, per ottenere una dimensione più corretta e potervi allog­giare alcuni particolari mancanti, posizionando delle parti sagomate di plasticard da 0,75 ai lati (a sinistra ne ho aggiunta anche un’altra da 0,5, occorrendo maggior larghezza). Ho poi rifatto tutto il sistema di apertura a compasso del cofano stesso, simile quello dei T64, dato i pezzi che quanto forniti allo scopo nella scato­la non mi convincevano per forma e dettaglio. Aggiunti gli altri dettagli necessari (alcuni por­tellini e tappi di ispezione), ho rifatto, dopo aver posizionato le griglie del set Eduard, tutte le maniglie in filo di rame e guaine di filo elettrico di vari spessori, gli agganci per i supporti dei bi­doni supplementari di carburante, i ganci di sol­levamento a forma triangolare ai quattro angoli ed alcuni altri particolari, visibili nelle foto del modello non dipinto, compresa la presa d’aria posta al margine superiore destro del cofano motore, errata nel kit di base. E’ stato rifatto anche lo scarico a destra di quello principale perché di forma errata e, comunque, non corri­spondente quello del Model 1991; Infine, sono stati riprodotti in plasticard gran parte delle gonne laterali, con i relativi attacchi a cerniera, bulloni, fermi di raccordo e predellini in filo di rame, mantenendo, dei pezzi della scatola, solo le corazzature reattive anteriori, sovrapposte alle gonne in gomma rinforzata (auto costruite in plasticard, come i supporti di aggancio al pa­rafango) come sul carro reale.

Passando alla torretta, qui i lavori sono stati più ampli e complessi. Con il milliput bianco ne ho corretto leggermen­te la forma, nella parte anteriore per meglio adattarla alla sistemazione delle corazzature della SP e, nella parte po­steriore, per dare l’effetto fusione grezzo e sommariamente sgrossato alla superficie, oltre che per correggerne un poco la forma e ricreare l’alloggiamento di due bulloni posti alle estremità inferiori della torretta. Aggiunte le corazzature reattive Kontakt 5, ho autocostruito i loro supporti visibili, compresi quelli dell’elemento mancante (come visibile dalle foto del mezzo reale) a sinistra del cannone, ed i supporti dei fumogeni, danneggiati nei pezzi in resina utilizzati. Montata e dettagliata la canna in metallo, e realizzato il complesso sistema di alzo del faro coassiale infrarosso posta a destra del cannone, ho autocostruito, sostituito o aggiunto tutta una serie di dettagli mancanti o errati della torretta originale come: bulloncini della mattonelle reattive sul cielo, visori e portello della postazione del puntatore, mirino del sistema di puntamento, tutti i cablaggi visibili ed i lancia fumogeni TUCHA.Ultimo tocco, l’autocostruzione in plasticard della tipica sonda anemometrica sul cielo della torretta

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Alla parte anteriore dello scafo sono state ap­portate modifiche ed aggiunte come: la sosti­tuzione di tutti i tubetti portacavi elettrici con fili di rame da 0,8 sagomati; la sostituzione di gran parte dei bulloni presenti sullo scafo, sui tappi, e portelli e sulla piastra corazzata ante­riore; sono poi stati rifatti i tre piastroni della corazza più avanzati perché di forma errata, e la protezione del faro destro (il sinistro, curio­samente, in tutte le foto del carro vero risulta eliminato) è stata rifatta in filo di rame, il faro è in resina (copia di quello del T 55 Tamiya) con relativo cablaggio e attacco alla protezione. Sono stati poi aggiunti diversi particolari forniti dal set Eduard (come le chiusure dei coperchi delle cassette porta materiali sui parafanghi, ad esempio), integrati con pezzi di filo, lamina di rame o resina (viti a farfalla, ganci di traino e bulloni vari).

LA COLORAZIONE

Per la colorazione, dopo una mano di primer tamiya extrafine (bianco)sono stati usati colo­ri acrilici Gunze e Tamiya, man mano schiariti per dare un primo effetto profondità alle va­rie superficie e dettagli, naturalmente dati ad aerografo. I colori utilizzati sono, per il verde, Gunze H80, poi schiarito con H422 ulteriormen­te con XF59; per il grigio, colore di base Tamiya XF 53, poi schiarito con XF54; il nero è stato riprodotto con il semilucido Tamiya X 18, poi schiarito leggermente con sabbia XF59. Sono seguiti lavaggi selettivi con colori ad olio (bru­no van dyck, terra d’ombra bruciata e nero) e dei leggeri dry brush con colori a smalto Hum­brol, che trovo facili da gestire per tale uso, di tonalità più chiara dei colori di base, così da far risaltare ancor meglio i dettagli sporgenti, ma senza esagerare, per non rendere il tutto irrea­listico. Il carro non ha subito molti trattamenti di invecchiamento/sporcatura, in quanto le foto ritraggono sempre il mezzo reale molto pulito, a parte i cingoli un po’ impolverati in qualche foto. Questi, sono stati dipinti in nero semilu­cido (come gli originali) e trattati con lavaggi a olio con colori terrosi, come terra di siena na­turale, terra d’ombra bruciata, un poco di ocra gialla e terra d’ombra naturale a simulare un certo impolveramento / usura molto leggeri. Una passata di grafite, con una matita morbida (6 o 8B), per simulare il metallo vivo messo a nudo dallo sfregamento con le ruote del treno di rotolamento ed il suolo, ed il modello può considerasi finito e pronto a essere messo in vetrina, dove ha trovato il suo degno posto tra altri mezzi appartenuti a quella che una volta era la potente Armata Rossa, posato su una semplice basetta di presentazione, utile anche nel caso lo si voglia trasportare senza pericoli.

Marca: Zvezda 

Scala: 1/35

After Market: cingoli Masterclub, fotoincisioni Eduard, canna in metallo e fotoincisionio RB, corazze reattive ruote motrici e riduzione finale SP Model, mitragliatrice NSVT tank, lanciafumogeni TUCHA cassette munizioni MG e ZIP BOX Miniarm