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T 80BV 

autore: Alessandro - IPMS #3169 

Il T-80 è un Carro da combattimento (Main Battle Tank, MBT) sviluppato in Unione Sovietica tra la fine degli anni settanta e gli inizi degli anni ottanta, per affiancare e poi succedere al T-64 in qualità di carro di prima linea dell'Esercito sovietico. È armato con un cannone a canna liscia da 125 mm e pesantemente corazzato.

Il suo sviluppo prosegue in Ucraina col T-84 e modelli successivi, principalmente finalizzati all'esportazione. Attualmente è utilizzato in varie versioni da Russia, Ucraina, Pakistan, Corea del sud e Cipro. La decisione sovietica di affiancare al T-64 un altro MBT con caratteristiche simili appare difficilmente comprensibile, se non come volontà di superare alcuni problemi emersi nel corso

dello sviluppo del primo carro armato. Lo sviluppo del T-80 partì verso la fine degli anni sessanta col nome di objekt 219. Lo sviluppo fu affidato allo studio di progettazione Kharkov - Morozov, con la produzione intrapresa successivamente a Omsk. Il T-80 è stato il primo carro sovietico dotato di turbina policarburante, idea a cui i progettisti stavano lavorando fin dagli anni cinquanta ma che non era approdata ad alcun risultato pratico. Il carro non era concepito per essere un progetto economico e relativamente semplice come il T-72, ma un veicolo avanzato di prima linea, in grado di affiancare efficacemente e, nel medio periodo, rimpiazzare i T-64. Il nuovo carro entrò in servizio, parallelamente al T-64B e al T-72, all'inizio degli anni settanta. Non risulta che questa versione, prodotta in un numero limitato di esemplari, sia mai stata esportata.

Il T-80 era un carro del peso di 40 tonnellate circa, dotato di cannone 2A46M da 125 mm, che, tuttavia, almeno nei primissimi esemplari non adottava ancora la camicia termica. Il cannone era alimentato da un caricatore automatico a funzionamento pneumatico, rivelatosi molto affidabile, con 28 colpi del tipo proietto/carica separata di pronto impiego e altri 12 stipati all'interno della torre e dello scafo. L'armamento secondario era costituito da una mitragliatrice coassiale da 7,62 mm e una pesante, montata sulla cupola del capocarro, da 12,7 mm. Quest'ultima arma può essere azionata anche dall'interno del carro e ha un settore di tiro di 75º a destra e sinistra (i 360° sono raggiungibili ruotando tutta la torretta o azionandola dall'esterno). La corazzatura era stratificata, e intervallava strati di acciaio a strati di materiali compositi e, probabilmente, ceramiche. La composizione era simile a quella del T-64 ma quest'ultimo, essendo già stato aggiornato un paio di volte e dotato anche di corazza reattiva, risultava più protetto. La necessità di stipare munizioni in spazi ristretti rendeva prono anche il T-80, in caso la corazzatura fosse stata perforata, a esplodere in maniera catastrofica. In caso di missioni non lunghissime o a bassa intensità, spesso gli equipaggi hanno preferito mantenere solo le 28 munizioni nel carosello del caricatore automatico, che, nonostante sia proprio sotto la torretta, è anche nella posizione più protetta. Anche dal punto di vista dell'armamento la prima serie del T-80 risultava inferiore al T-64. Il cannone era lo stesso, tuttavia il sistema di puntamento e tiro non permetteva ancora di sparare missili anticarro. Le prestazioni erano comunque migliori rispetto al T-72. Gli automatismi per il controllo del tiro adottati ricavavano molti più dati in maniera automatica dai sensori del carro (dotato fin dalla fase progettuale di telemetro laser) rispetto a quelli del più diffuso veicolo della Ural. I dati che il cannoniere doveva inserire a mano si limitavano alla pressione atmosferica, alla temperatura, all'usura della canna e poco altro. La sistemazione generale del carro armato era convenzionale, con il pilota seduto anteriormente in posizione centrale, sotto un portello rotante e dotato di tre iposcopi (col centrale dotabile di visore notturno), e capocarro e cannoniere in torretta, il primo seduto a destra del cannone e il secondo a sinistra (guardando il carro da dietro). Le postazioni dell'equipaggio erano abbastanza sacrificate, come su tutti i carri sovietici e russi di simile configurazione, per consentire una sagoma estremamente bassa (2,20 m contro i 2,90 m di un Leopard 2). In questa versione non era prevista aria condizionata, ma il mezzo era comunque dotato di protezioni NBC (armi Nucleari, Batteriologiche, Chimiche) e schermo antiradiazioni, sotto forma di pannelli di resina impregnata di piombo. Il carro fu dotato di un sistema antincendio ad halon, già sperimentato sul T-62 in grado di rilevare e estinguere un principio di incendio in pochi decimi di secondo. L'apparato motore era costituito da una turbina da 1000 CV con un'autonomia massima di 335 km e una vita media di circa 500 ore. Lo scarico non era situato sul lato come negli altri carri russi, ma posteriormente, protetto da una serie di griglie. La collocazione del motore era posteriore. La trasmissione è manuale e il mezzo si guidava tramite le due classiche leve di comando poste ai lati del pilota. Il treno di rotolamento era costituito da sei ruote di piccolo diametro con anello in gomma, collegate a sospensioni a barra di torsione, ruota motrice posteriore e ruota di rinvio anteriore. I cingoli sono costituiti da elementi interamente in metallo. I lati del treno di rotolamento sono protetti da gonne costituite da elementi di acciaio annegati in una matrice di tessuto gommoso, che, visto dall'esterno, si presenta come gomma scura. Sono state adottate due piccole gonne in gomma/acciaio anche anteriormente: vengono montate sotto la piastra frontale per provocare l'esplosione anticipata di alcuni tipi di mine anticarro, col compito secondario di limitare la polvere sollevata durante la retromarcia.

T-80B e T-80BV

Valutata la sostanziale bontà della formula, si procedette a un aggiornamento e miglioramento della cellula, per portarla a uno standard uguale o superiore a quello del T-64B. I principali interventi riguardarono la protezione passiva, i sistemi di controllo del tiro e l'apparato motore. Il T-80B entrò in servizio attivo nel 1976.

La corazzatura venne aumentata e migliorata nella composizione, portando il livello di protezione equivalente massimo a circa 500 – 550 mm contro proietti APFSDS a energia cinetica e circa 600 mm contro HEAT. La vita utile della turbina venne più che raddoppiata, aumentando nel contempo l'affidabilità e l'autonomia, che raggiunse i 500 km. Il carro armato così modificato raggiunse il peso di 42,5 tonnellate, ma la mobilità rimase comunque molto buona grazie all'ottimo rapporto peso/potenza. La velocità su strada si aggira sui 70 km/h (in realtà il mezzo può arrivare a circa 100/110 km orari, come molti carri moderni, ma a prezzo di danni agli apparati più delicati e sollecitazioni molto forti per l'equipaggio) e quella fuoristrada a 48 km/h. Il sistema di tiro e l'armamento furono migliorati con l'adozione del sistema “Kobra”, costituito dal cannone 2A46M-1 e dal software di controllo necessario per sparare il missile anticarro 9K122, sia da fermo che in movimento. Il missile è studiato per ingaggiare bersagli corazzati oltre la portata effettiva massima del cannone, ma può essere usato anche contro strutture fisse. L'armamento principale è stabilizzato su due piani (orizzontale e verticale) e può essere usato col carro in movimento contro bersagli a loro volta in movimento, a qualunque angolazione. Venne migliorato il telemetro laser, che vide la sua portata massima incrementata a circa 9000 m con scarto di più o meno lo 0,1%. Il cannone venne inoltre dotato di camicia termica per limitare le distorsioni. Il carro era equipaggiato con sistema di visione notturna TPNK-13, con un raggio di 800 m in modalità passiva e 1300 in modalità attiva. Il mezzo fu inoltre equipaggiato con girobussola e un sistema per guado profondo. Il carro era inoltre in grado di deporre una cortina fumogena di circa 300 m per 300 utilizzando gli otto lancia fumogeni collocati ai lati della torretta (quattro per parte).

Venne schierato con le unità di prima linea in Germania Est, in estremo Oriente e in altri punti “caldi” delle frontiere del Patto di Varsavia. Anche questa versione non risulta sia mai stata esportata.

La protezione passiva è stata in seguito ulteriormente aumentata con l'adozione della corazza reattiva (ERA) “Kontakt-1”, efficace soprattutto contro colpi HEAT e HESH. I “mattoni” di ERA coprono l'arco frontale della torre (circa 40° per lato), la piastra frontale, la parte alta dei lati dello scafo e il cielo della torretta. Essendo comunque una protezione modulare, è possibile trovare carri con una disposizione delle mattonelle differente. I mezzi così modificati sono stati denominati T-80BV. È possibile installare l'ERA anche sulle versioni precedenti.

In totale sono stati prodotti circa 2000 esemplari di T-80B e BV, e anche in questo caso, non risulta che, perlomeno durante l'esistenza dell'Unione Sovietica, siano mai stati esportati. A partire dal 1995 sono stati impiegati operativamente in Cecenia.

(fonte Wikipedia)


Marca: Zvezda 

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T 80 BV
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